Con cellule embrionali, il morbo di Parkinson sarà apripista

La ricerca internazionale sulle cellule staminali unisce la forze ed è ormai matura da fissare nel 2018 la data dei primi test sull’uomo basati su tecniche omogenee. Lo hanno deciso i ricercatori di Europa e Stati Uniti riuniti a Roma, in Senato, nel convegno sulle terapie con cellule staminali per le malattie neurodegenerative organizzato da Elena Cattaneo, senatrice e direttrice del Laboratorio cellule staminali dell’università di Milano.
Se nei primi test eseguiti alla fine degli anni ’80 si trasferivano cellule di feti abortiti, le sperimentazioni cliniche in arrivo nel 2018 utilizzeranno cellule staminali embrionali e partiranno con una prima fase nella quale saranno reclutati solo piccoli gruppi dei pazienti.

”Ci troviamo a tirare le fila di una storia cominciata 25 anni fa, quando in Svezia cellule prelevate da feti abortiti sono state trapiantate nel cervello di persone con il morbo di Parkinson”, ha detto Cattaneo. Da allora hanno ricevuto questo trapianto 200 pazienti, cinque dei quali hanno avuto ottimi risultati. E’ stato un inizio pionieristico, ma che ha dimostrato una possibilità, come ha spiegato al convegno l’autore di quei primi trapianti, Anders Bjorklund, dell’università di Lund.

A questa esperienza si aggiunge ”il lavoro fatto dal 2005 ad oggi per ‘istruire’ le staminali per farle diventare neuroni”, ha proseguito Cattaneo. Sono stati dieci anni di lavoro molto intenso, nel quale si sono gettate le basi per individuare le tecniche più efficace per stimolare le cellule immature a trasformarsi in cellule nervose, sono stati messi a confronto metodi diversi, considerati problemi, limiti e vantaggi. Tutte queste conoscenze sono al centro di vere e proprie reti della ricerca al lavoro per rendere le tecniche omogenee e portarle al nastro di partenza della sperimentazione clinica.

A fare da apripista, nel 2018, saranno i test condotti su persone con il morbo di Parkinson e, se i risultati saranno positivi, ci saranno le basi per andare aventi su molte altre malattie neurologiche, come la corea di Huntington, sclerosi multipla, sclerosi laterale amiotrofica (Sla).

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Fonte: ANSA