I ricercatori che lavorano al Karolinska Institutet e all’University of Southern Denmark sono riusciti a produrre brevi analoghi di DNA sintetico – oligonucleotidi – che si legano direttamente al gene mutato nella Malattia di Huntington e prevengono la produzione di una proteina che danneggia le cellule nervose. La scoperta, pubblicata sulla rivista Nucleic Acids Research, apre la strada a nuovi approcci per il trattamento della malattia neurodegenerativa attualmente incurabile e mortale.

La Malattia di Huntington è una devastante malattia ereditaria che provoca una combinazione di sintomi neurologici, motori, cognitivi e psichiatrici. È causata dalla ripetizione multipla nel genoma di una specifica sequenza di DNA (CAG/CTG) nel gene HTT, che codifica per una proteina chiamata huntingtina. La proteina e l’RNA messaggero (mRNA) formato dal gene mutato danneggiano le cellule nervose nel cervello e causano il loro degrado.

Gli attuali trattamenti servono solo ad alleviare i sintomi, in quanto non vi è alcun modo di arrestare la progressione della malattia. Tuttavia, i ricercatori stanno studiando un processo chiamato terapia antisenso, in cui brevi analoghi di DNA sintetico – oligonucleotidi – si legano all’mRNA e lo rendono inattivo per evitare che formi proteine dannose.

“Abbiamo compiuto questo ulteriore passo avanti e creato oligonucleotidi che si legano direttamente alla sequenza di DNA danneggiata e bloccano la produzione sia dell’mRNA  che della proteina”, afferma Edvard Smith, medico senior e professore presso il Dipartimento di Medicina di Laboratorio del Karolinska Institutet. “Molti pensavano che fosse troppo difficile mirare al DNA a doppia elica, ma abbiamo dimostrato che funziona davvero.”

Linee cellulari dei pazienti

I brevi oligonucleotidi comprendono una combinazione di DNA e LNA (acido nucleico bloccato) e si legano alla sequenza CTG ripetuta nel gene HTT. Quando i ricercatori li hanno inviati nelle linee cellulari di pazienti con Malattia di Huntington, hanno osservato una riduzione sostanziale della produzione dell’mRNA e della proteina. Il prossimo passo sarà quello di testare il metodo sui topi.

“Siamo abbastanza sicuri che funzionerà dal momento che i nostri oligonucleotidi sono stati presi spontaneamente dalle cellule,” afferma il professor Smith. “L’idea è di somministrarli nel liquido cerebrospinale.”

La terapia antisenso di per sé non è una novità o un metodo non testato. I primi farmaci a base di oligonucleotidi sono stati approvati nel 1998 per il trattamento dell’infezione da citomegalovirus e, di recente, nel dicembre 2016, ne è stato approvato un altro negli Stati Uniti per l’atrofia muscolare spinale.

Il presente studio è frutto di una collaborazione tra ricercatori che lavorano al Karolinska Institutet, alla University of Southern Denmark e presso il Karolinska University Hospital. Sette degli autori hanno presentato una domanda di brevetto relativo ai loro risultati. Lo studio è stato finanziato con sovvenzioni del Consiglio di Ricerca Svedese, la CHDI Foundation (USA), lo Swedish Brain Fund, la Tore Nilson Foundation e la Swedish Cancer Society.

Articolo Originale – In Inglese