I giudici della Corte costituzionale hanno rimandato la decisione sull’accesso alla fecondazione assistita, e quindi alla diagnosi pre impianto, alle coppie affette da malattie genetiche.
La legge 40 ora prevede che la fecondazione assistita sia solo per le persone sterili, mentre quelle con malattie genetiche trasmissibili, ma fertili, sono escluse. Un divieto considerato ingiusto, incostituzionale, discriminatorio.
L’Adn Kronos ha sentito i quattro coniugi che hanno intrapreso una battaglia “per tutte le coppie come noi” e che si dicono “fortemente sconfortati” dopo l’inatteso rinvio.
Dire che ci siamo rimasti male è veramente poco – confessa Valentina, 29 anni – ogni volta è un’attesa continua. Non è possibile. È vero che ognuno deve fare il proprio lavoro ed è giusto anche che i giudici lo facciano nel migliore possibile, ma sono tre anni che aspettiamo questa decisione. La discriminazione fra noi e altre coppie è chiara: non solo rispetto a quelle infertili, ma anche a quelle fertili affette da malattie sessualmente trasmesse, che possono accedere alla diagnosi preimpianto. Noi no.
La prossima sedute della Corte Costituzionale è programmata per il 27 aprile, nella speranza che se ne discuta
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